31 gen 2012

Una storia breve, ma che non capita spesso nel contenzioso.


Il 22 gennaio scrivevo alcune mie riflessioni sugli interrogativi posti dal ministro della Giustizia Severino a proposito della litigiosità degli italiani.
Oggi vi racconto una storia breve ,ma rara:

il mese scorso ho coadiuvato una CTU ,in una controversia nata in seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione in una villa nella campagna bolognese.
Una di quelle opere consisteva nel rifacimento di un bagno che presentava oggettivamente un pavimento dall'estetica finale non proprio soddisfacente.
Alla fine dei lavori il committente ha contestato il pavimento,pur tuttavia saldando per intero la fattura presentata dall'impresa ;la quale ha incamerato la somma di denaro,proponendosi per il rifacimento.Proposta declinata dalla committente per il venir meno del rapporto di fiducia.
In seguito ,la committente ha citato l'impresa in giudizio,chiedendo il risarcimento per la non conformità a regola d'arte dell'opera .
Accertata dalla CTU le ragioni ,pur non quantificate,della ricorrente,si è proceduto ad una transazione nel tempo di gg.15.,avendo riconosciuto l'impresa ,di essere in difetto.
Conclusione:
-la committente ,con il pagamento del lavoro contestato,ha circoscritto il procedimento giudiziario al solo difetto dell'opera;
-l'impresa non avendo contestazioni da opporre per il mancato pagamento, di fronte alla perfetta buona fede della controparte ,si è vista costretta ad argomentare solo e solamente sul proprio lavoro.

Una storia breve ,ma rara.
Ma anche il corso della giustizia ,in questo caso è stato breve.

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