19 gen 2012

La tragedia del Concordia e la fredda oggettività dei dati.

Concordia :L'eroe di un popolo cieco che non conosce se stesso.
La tragedia sta volgendo nella farsa.
La risonanza ,inconsciamente guidata, dai media e dai social network verso la personalizzazione di una catastrofe,denota il bisogno di un popolo ad avvolgere le cause dei suoi mali nella celebrazione del mito.
Ciò equivale ad indicare,sì la luna,limitandosi tuttavia ad osservare il dito indicatore.
Così il tutto si risolve nel duello epico tra il male e l'eroe che salva la comunità.
Nella fattispecie tra il pirata codardo che sfida l'immobilità degli scogli,gettando
la nazione nel ludibrio internazionale;dall'altra parte la riscossa popolare ,che trova il suo eroe nella voce ferma,da vero capo, che intima il ripristino delle responsabilità.
E così il sentimento popolare è salvo.
Abbiamo coperto le falle del sistema.
Così l'internazionalizzazione dell'eroe,al momento,nasconde l'internazionalizzazione degli errori del sistema paese.
Abbiamo adottato la politica dello struzzo.
L'incidente ,quell'incidente,non è altro che l'ultimo atto di una catena di comando ,di responsabilità e di controlli, che non ha funzionato.
Se ci spogliamo della ns. rabbia e delle nostre passioni,possiamo analizzare le cause che hanno generato la tragedia:morte,angoscia,paura,panico e danni materiali,economici e morali di una nazione.

-il comandante Schettino è notoriamente un pirata;nel dicembre scorso ha “dovuto ordinare”all'equipaggio di parere contrario,di salpare dal porto di Marsiglia in condizioni climatiche avverse;in seguito ed in altre circostanze,sono state registrate numerose manovre contrarie ai regolamenti;

-il traffico aereo e marittimo è sorvegliato da Ais, un sistema internazionale di controllo della navigazione marittima , reso obbligatorio da accordi internazionali , dopo tante tragedie del mare avvenute in tutto il mondo.
L'Ais viene utilizzato proprio per evitare collisioni tra navi in navigazione o altri tipi di incidenti. Il sistema è attivo in tutte le capitanerie di porto italiane.;i tracciati, registrati dal sistema Ais, quindi visibili a tutti, anche la "Costa Concordia" era sotto monitoraggio. Ma nessuno, quella sera, quando il Concordia ha virato improvvisamente di 45 gradi dirigendosi verso l'isola del Giglio, è intervenuto chiamando via radio il comandante Schettino, anche per sapere il perchè di quella manovra non regolare.

-il primo allarme parte da una telefonata originata da una passeggera del Concordia,ai Carabinieri;
i quali chiamano la Capitaneria per avvisarla.
L'addetto risponde :”un momento,accendo l'Ais.”
Il sistema di controllo era spento.
Il controllo permanente non poteva essere eseguito.
Nessuno dunque poteva avvertire il comandante ed intimargli di allontanarsi dalla costa e “prevenire” la tragedia.
-dov'era il comandante della Capitaneria di porto?
-quali erano le disposizioni impartite per il controllo ,tramite Ais,del traffico marittimo?
-sapevano ,in Capitaneria,che il comandante del Concordia ,quella sera ,era Schettino,un noto pirata,non nuovo alle manovre spericolate?
-chi era il responsabile della Capitaneria quella sera?
Altra questione:l'equipaggio agli ordini di Schettino.
Già dalla manovra di Marsiglia,dobbiamo vedere l'inizio della tragedia.
Se in una situazione normale,non di emergenza,il comandante è “costretto ad ordinare” una manovra contro il parere dei subordinati,è evidente che nel meccanismo della catena di comando ,qualcosa si sta inceppando.

Qui la catena di” responsabilità” avrebbe dovuto suggerire al 2°ufficiale di riferire l’episodio all’amministrazione;cosìcchè la medesima potesse adottare gli accorgimenti necessari:test psicologici o altro.
Credo che questo silenzio sia dovuto ad una sub cultura peculiare nel nostro. paese:il timore di apparire delatori,di voler scalzare gli altri per ambizioni personali o ancor peggio,essere tacciati di ruffianeria.La responsabilità è un sentimento,la coscienza di se per la salvaguardia di interessi diffusi,e ,nella fattispecie di vite umane. Questa falla è presente a tutti i livelli aziendali,pubblici e in politica. Occorre diffondere la cultura della verità, perchè chi ha il comando possa decidere oggettivamente.

Ultima questione.
La selezione del personale nella catena di comando.
Com'è possibile che un comandante,e forse anche parte dell'equipaggio di comando,abbandonino la nave con migliaia di passeggeri in pericolo di vita?
Com'è possibile che gli altri ufficiali non abbiano preso loro il comando della nave, e quindi delle operazioni di salvataggio?
Panico?
Smarrimento cronico?
Incapacità di reazione in casi di emergenza?
A quale tipo di addestramento sono sottoposti gli ufficiali ?
Perchè gli altri ufficiali non si sono opposti alla manovra di avvicinamento alla costa?
E' notizia che le imbarcazioni di certa stazza che si avvicinano a meno di 500 metri dalla costa vengono multate.

Infine.
Perchè il capitano De falco non ha chiamato via radio gli altri ufficiali del Concordia?
Se alla radio della sala comandi non c'era nessuno ,poteva farsi dare i n° di cellulari degli altri ufficiali dalla Costa Crociere?
Certo,se Schettino non era a bordo,l'avrà chiamato al cellulare;come ha avuto,De Falco, il n° del cellulare di Schettino?E' prassi avere il n° di cellulare del comandante?
Perchè non abbiamo notizia di tentativi di contatto con il 2° ufficiale o altri che presumibilmente si trovavano ancora a bordo del Concordia?
Perchè continuare a chiamare il comandante,evidentemente non a bordo,per impartire ordini?

Abbiamo bisogno di eroi per rispondere a queste domande?

La scrittura della tragedia è iniziata prima del 13 gennaio e altrove,in troppi altrove.
La responsabilità prima è degli uomini;tuttavia se il sistema di controllo e di comando non funziona,
il sistema di interrelazione delle responsabilità genera irresponsabilità.

Auguriamoci che i tentativi di coprire tutte o parte delle responsabilità non sovrasti la necessità,nell'interesse nazionale,di capire dove abbiamo sbagliato per apportare i rimedi necessari.

3 commenti:

  1. Anonimo09:36

    Apprezzo la rigorosità del ragionamento, aggiungerei anche la responsabilità dell'armatore, che era certamente a conoscenza della diffusione di queste pratiche scorrette e che non le ha mai censurate perchè evidentemente facevano comodo in quanto apprezzate dagli stessi passeggeri

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  2. Anonimo16:12

    mah non mi pare che tu aggiunga nulla di nuovo. non ci sono mostri ne' eroi e non puoi parlare a nome di un fantomatico paese e i suoi "bisogni"

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  3. ono perfettamente d'accoro con te, è il sistema Paese che affonda e non da oggi. In questo quadro sconfortante bisognerebbe indagare sulla selezione (non tutti sono idonei per carenze caratteriali, di capacità di coordinazione psicomotoria, culturali, etiche ad assumersi il compito di gestire un mastodonte carico di migliaia di vite umane. Cesare Zaccaria

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